PROTEGGERE IL PROPRIO PATRIMONIO DA SITUAZIONI IMPREVISTE E RISCHI
La crisi economica degli ultimi anni ha diffuso, sia in campo familiare, che anche professionale ed imprenditoriale, la necessità di una più ampia conoscenza ed attenta analisi degli strumenti di tutela del patrimonio, finalizzati a mantenere il valore patrimoniale.
Uno dei principali bisogni umani è legato alla sicurezza, qualunque sia l’attività professionale, il lavoro o l’attività imprenditoriale svolta da un soggetto, sicurezza che richiede una corretta gestione del patrimonio.
Gestire il proprio patrimonio non significa soltanto farlo crescere, ma soprattutto difenderlo da possibili interferenze esterne, quali rischi di default nazionali, azioni creditorie di terzi, oppure anche la corretta gestione dello stesso in fasi di passaggio generazionale (successioni).
In Italia vi è uno stato di arretratezza in tema di educazione finanziaria, rispetto ad altri stati che ne hanno fatto un canone educativo primario, inserendola quale materia trattata a livello scolastico, vedendo l’educazione finanziaria quale strumento ed educativo per il futuro dei giovani.
È innegabile che in mercati competitivi come quelli attuali ed a fronte di un sistema legislativo di difficile interpretare, il cittadino, ancor più l’imprenditore, rischiano di trovarsi, facilmente in situazioni impreviste, con l’effetto di mettere in serio pericolo l’esistenza stessa del patrimonio personale ed aziendale.
Diventa allora essenziale comprendere come proteggere e gestire il proprio patrimonio, protezione finalizzata non solo a metterlo al riparo dalle aggressioni dei creditori, ma anche metterlo al riparo dai rischi che potrebbero comportare una perdita di valore dei propri assets.
Una corretta tutela del patrimonio, presuppone una attività attenta di disamina, fondata su criteri valutativi suddivisibili in tre passaggi.
- Mappatura dei rischi: Preliminarmente, occorre effettuare una mappatura completa ed esaustiva dei rischi idonei a cagionare una perdita di valore dei propri beni.
- Verifica dei rischi: Il passo successivo consisterà, poi, nella verifica di quali di questi possibili rischi siano riferibili alla propria persona ed al proprio patrimonio e con quale probabilità gli stessi possano effettivamente realizzarsi.
- Strategia di gestione: Infine, occorre definire la strategia più corretta per gestire il patrimonio in conformità all’obiettivo prefissato, attraverso gli strumenti che riescano a conciliare le proprie effettive esigenze.
Solo attraverso questo completo screening, sarà poi possibile comprendere quale sia il miglior strumento da utilizzare a tutela del patrimonio.
STRUMENTI A TUTELA DEL PATRIMONIO
A questo scopo ci sono degli strumenti, riconosciuti dalla legge del nostro paese, mirati a seconda degli scopi perseguiti.
Ognuno di essi ha proprie peculiarità ed è per questo che occorre analizzare compiutamente ogni situazione, per comprendere quale sia lo strumento più confacente alle esigenze del caso concreto, attuando strategie lungimiranti alla luce di garantire il raggiungimento degli interessi perseguiti e meritevoli di tutela. A tal fine, gli strumenti proponibili sono molteplici, ciascuno preferibile all’altro proprio alla luce degli obbiettivi che si intendono perseguire.
Tra questi si possono identificare i seguenti istituti, con la loro funzione primaria, sintetizzabili nelle loro linee essenziali come segue:
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FONDO PATRIMONIALE
Istituto giuridico che consente di destinare un patrimonio (costituito da beni immobili, mobili registrati, denaro o strumenti di investimento) al soddisfacimento dei bisogni della famiglia.
Il Fondo può essere istituito solamente da persone con vincolo di matrimonio (o unioni civili) e dura il tempo della durata del matrimonio stesso. Si interrompe per morte di uno dei due coniugi, o per divorzio, ma rimane attivo nel caso ci siano dei figli minori e il Fondo termina al compimento della loro maggiore età. La base quindi del Fondo Patrimoniale, è quella del soddisfacimento dei bisogni della famiglia. L’entità e il valore dei beni immessi nel Fondo dev’essere coerente con i bisogni verosimili della famiglia.
Il Fondo viene costituito per atto pubblico.
Tutti i beni inseriti nel Fondo diventano così non aggregabili da terzi ed è molto consigliato, se istituito in bonis, per imprenditori (in tempi però non sospetti), oppure per chi ha un’attività professionale (commercialisti, avvocati, medici …). La protezione del Fondo è, ad esempio, molto forte anche relativamente ai debiti verso il fisco, a patto che non siano debiti della famiglia.
Ma che cosa si può inserire allora nel Fondo Patrimoniale?
Questo dipende dai bisogni della famiglia, i beni comunque non basici per la sopravvivenza della famiglia stessa non possono essere inseriti (se ad esempio la famiglia possiede diversi immobili, non si possono inserire tutti nel Fondo).
Ogni situazione va valutata singolarmente e con l’aiuto di professionisti del settore.
Se l’ipoteca di un immobile è stata iscritta dopo la costituzione del Fondo, il creditore non può escutere il bene. Al contrario, se l’ipoteca è invece precedente, l’immobile rimane aggredibile se non si fa fronte al debito contratto. Per questo motivo è opportuno non includere nel Fondo degli immobili già ipotecati, a meno che non si tratti di debiti, mutui, in via di estinzione.
I beni inseriti nel Fondo rimangono intestati ai coniugi e l’amministrazione spetta loro congiuntamente.
Ogni nuovo investimento che muti la composizione del patrimonio del Fondo, va formalizzato per atto pubblico e annotato nell’atto di matrimonio. Il Fondo Patrimoniale, se idoneo a perseguire gli interessi del nucleo famiglia, appare non adatto alla protezione di grandi patrimoni, ma costituisce sicuramente uno strumento della costruzione di un sistema di protezione più complesso, ideale per patrimoni contenuti.
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Il TRUST
Il Trust è un istituto di origine anglosassone, che consente la tutela e la conservazione del patrimonio, oltre che la realizzazione di obiettivi non conseguibili attraverso l’uso di strumenti giuridici disponibili, ad esempio, in Italia.
Nei paesi anglosassoni il Trust ha una storia antichissima, mentre nel nostro paese non c’è una legge apposita, ma si fa riferimento a leggi straniere che ne prevedono validità e funzionamento. In Italia il trust è stato comunque riconosciuto nel 1992.
Si tratta di uno strumento finalizzato a consentire la più ampia tutela del patrimonio.
Prevedendo infatti lo spossessamento dei beni inseriti nell’istituto, a favore del Trustee, dà un’ampia garanzia di protezione dei beni stessi, nell’interesse di uno o più beneficiari per il raggiungimento di uno scopo specifico.
I soggetti coinvolti nel Trust sono:
- il Disponente, ossia colui che costituisce il Trust e ne determina la regolamentazione;
- il Trustee, ossia la persona fisica o giuridica a cui il disponente trasferisce i beni con il compito di amministrarli;
- i Beneficiari sono coloro che sono indicati nell’istituto quali destinatari dei beni inseriti nel Trust;
- il Guardiano è invece la figura incaricata a vigilare e controllare che il Trustee persegua gli scopi indicati dal Disponente in maniera corretta, e ha il potere di intervenire in caso di cambiamento delle condizioni di partenza.
Il Trustee deve gestire i beni in totale autonomia giuridica e senza intromissioni da parte del Disponente, agendo a beneficio di terzi, senza trarre alcun vantaggio dall’affidamento dei beni (compenso a parte).
I beni in Trust entrano nella sfera patrimoniale del Trustee, ma costituiscono un patrimonio distinto dal suo e sono finalizzati al raggiungimento dello scopo del Trust stesso.
Attraverso il Trust i beni vengono quindi separati dal precedente proprietario, Disponente.
Questa separazione rende i beni non aggredibili da eventuali creditori del Disponente, e non sono aggregabili da creditori eventuali dei Beneficiari, mentre i beni sono ancora all’interno del Trust.
I Trust più frequenti sono quelli di famiglia (finalità di protezione del patrimonio familiare), di passaggio generazionale (trasmissione dell’impresa di famiglia ai successori), di successione, di protezione dei soggetti deboli (affetti da gravi handicap fisici o comportamentali).
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AFFIDAMENTO FIDUCIARIO
L’Affidamento Fiduciario è un contratto atipico che replica, sostanzialmente, lo schema e l’indirizzo del Trust.
Attraverso questo contratto, un soggetto (Affidante) concorda con un altro soggetto (Affidatario) di destinare i beni affidati a vantaggio di uno o più soggetti (Beneficiari) attraverso un programma rimesso al soggetto affidatario che ne assume quindi l’impegno. Al termine di questo programma, i Beneficiari riceveranno i beni liberi da vincoli.
L’Affidamento Fiduciario è di fatto un’alternativa al Trust anche in questo caso vi è, da parte dell’Affidante, uno spossessamento dai suoi beni. Nel contratto si possono conferire sia beni immobili che anche investimenti finanziari.
I beni sono modificabili nel tempo, è l’attività compiuta sui beni, il programma, ad essere vincolata.
L’Affidamento ha pertanto ampio spazio di manovra nella gestione e amministrazione dei beni, che rappresentano patrimonio separato da quello dell’Affidatario. Eventuali creditori personali dell’Affidante non possono aggredire i beni conferiti nel contratto, in quanto l’Affidante ne perde la titolarità all’atto del conferimento.
I creditori personali dell’Affidatario non possono invece aggredire i beni conferiti in quanto sono patrimonio separato rispetto al patrimonio personale dell’Affidatario stesso.
Spesso all’Affidamento Fiduciario viene associata la legge sul “DOPO DI NOI”, relativa a quelle disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con grave disabilità e prive del sostegno familiare.
Questa legge ha l’obiettivo di favorire per tempo il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone disabili e con gravi patologie che, alla morte dei genitori o dei parenti che fino a quel momento li hanno seguiti, rischierebbero di venire abbandonati e lasciati in strutture di ricovero senza particolari gradi di affetto.
Il tutto va costruito durante la vita dei genitori (il Dopo di Noi è quindi in realtà il Durante Noi) e i mezzi di sostentamento futuro del disabile sono affidati a figure professionali come il Trustee o l’Affidatario Fiduciario affinché tuteli e sostenga la persona disabile in caso di incapacità futura o morte dei suoi genitori o parenti.
L’intento della legge, è quello di riprodurre, a favore di queste persone, le condizioni abitative e relazionali della casa familiare (co-housing), sviluppando anche forme di mutuo aiuto tra persone con disabilità.
Consentire a queste persone, per esempio, di continuare a vivere nelle proprie case o comunque in apposite strutture gestite da associazioni e da personale che li possa seguire con affetto e competenze.
Il Dopo di Noi stabilisce la creazione di un fondo per l’assistenza e il sostegno con sgravi fiscali, esenzioni e incentivi per la stipula di polizze assicurative.
La disabilità della persona dev’essere grave e dev’essere necessario un intervento assistenziale permanente e continuativo.
Si vuole, in questo modo, invertire quel dato che in Italia vede oggi l’80% dei disabili adulti lasciati in istituti dedicati.
Il Trust, o l’Affidamento Fiduciario con questa finalità, può essere formato da qualsiasi tipo di bene e termina alla morte del soggetto debole, con eventuali beneficiari, indicati a suo tempo nell’atto, a cui andrà l’eventuale patrimonio residuo al termine della tutela.
In ultimo, tra gli strumenti previsti, non può non farsi breve riferimento anche alle POLIZZE ASSICURATIVE e FONDI PENSIONE, strumenti basici, destinati alla costruzione di un capitale con uno scopo di tipo previdenziale, che rendono vincolante e non aggredibile il capitale investito.
Lo rendono cioè insequestrabile e impignorabile fino al suo disinvestimento. Ovviamente se queste soluzioni sono state sottoscritte in bonis.
Gli esempi su riportati sono soltanto alcuni di quelli proponibili al fine di garantire una più ampia tutela del patrimonio.
GLI OBIETTIVI DELL’ASSOCIAZIONE
Ed in tal senso, l’Associazione opera al fine di consentire una valutazione ed applicazione degli strumenti più idonei a garantire la tutela del patrimonio grazie alla consulenza dei migliori esperti nel settore approfondendo ogni singolo caso, valutando gli obbiettivi che si intendono raggiungere, nonché promuovendo l’educazione finanziaria, elemento necessario a prospettare una corretta gestione del patrimonio.